il karate si pratica tutta la vita
In un recente seminario internazionale organizzato dalla facoltà di scienze motorie dell’Università degli Studi di Milano è emerso che la pratica costante del Karate, essendo una disciplina che supera l’aspetto fisico e che investe oltre alla sfera biologica, quella cognitiva, psicologica e comportamentale, ha benefici effetti per quanto riguarda la coordinazione psicomotoria dall’infanzia sino all’età più avanzata, può avere applicazioni nel campo della prevenzione e della terapia di patologie invalidanti, inoltre ha benefici effetti sul livello di aggressività dei praticanti, migliorandone l’autocontrollo.
i principi
Nella vita di un Karateka è necessario proseguire oltre la soglia un po’ narcisistica ed effimera della vittoria sportiva e trovare, anche in età avanzata, gli aspetti più profondi che animano l’arte marziale: conoscere se stessi cogliere il significato più recondito di ogni movimento, raggiungere l’autocontrollo, rispettare ed amare il prossimo.
DOJOKUN
Le regole del luogo in cui si cerca la via
Hitotsu! Jinkaku kansei ni tsutomuru koto! Cerca di perfezionare il carattere
Hitotsu! makoto no michi o mamoru koto! Percorri la via della sincerità
Hitotsu! doryoku no seishin o yashinau koto! Rafforza instancabilmente lo spirito
Hitotsu! reigi o omonzuru koto! Osserva un comportamento impeccabile
Hitotsu! kekki no yu o imashimuru koto! Astieniti dalla violenza e acquisisci autocontrollo
10 fondamenti del Maestro Hiroshi Shirai
- SHIN: credere, non tradire altri, fedelta'
- AI: amare tutti
- JIN: spirito amichevole
- TOKU: pensiero positivo, fare cose che pensi siano bene per gli altri
- GI: non dimenticare chi ti ha aiutato, rettitudine
- CHU: servire dal cuore una persona
- KO: servizio massimo per i genitori
- YU: energia mentale (ki). non aver paura di morire
- JYO: dare agli altri, altruismo
- NIN: grande pazienza quando si deve superare una difficolta'.
benessere per tutti
“Il karate può essere considerato in modo poliedrico. Esso, infatti, si pone obiettivi formativi profondi sia cognitivi che motori: conoscere se stessi e le proprie potenzialità, favorire il processo di autostima e il controllo delle risposte motorie a stimoli esterni, migliorare progressivamente le qualità condizionali e coordinative, insegnare ad accettare le regole della convivenza civile e quindi rispettare ed amare il prossimo. Attraverso la pratica di questa attività è possibile contribuire allo sviluppo armonico ed equilibrato dell’individuo durante l’età evolutiva, coinvolgendo pariteticamente la sfera biologica, quella cognitiva e comportamentale. Pertanto, è auspicabile che la pratica di tale disciplina possa estendersi, attraverso adeguati programmi metodologici, a categorie di popolazione diverse da quelle dell’élite sportiva agonistica, come bambini, anziani e soggetti diversamente abili”.
Con opportuni adattamenti ed accortezze nell’insegnamento il Karate può essere proficuamente praticato anche dai disabili. Si sono registrate esperienze positive con i ciechi e gli ipovedenti.
Il M° Stizzoli, direttore tecnico dell’Itai Doshin,
ha portato a termine con successo nel 1998 un corso di insegnamento rivolto ai bambini e ragazzi portatori di spina bifida, alcuni dei quali con gravissimi deficit motori che li costringevano alla sedia a rotelle.
le competizioni
È una disciplina antica, nata quasi 2000 anni fa in estremo oriente e diffusasi in Giappone nei primi anni del 900. Il Karate tradizionale attualmente è praticato nei cinque continenti.
Il Karate non è solo una forma di allenamento fisico o uno
sport agonistico, ma una pratica che coinvolge la globalità dell’individuo. È caratterizzata da un principio formativo collegabile al moderno concetto pedagogico di “educazione permanente”.
Il risultato agonistico non è un fine, ma un mezzo.
A livello agonistico nell’ambito del Karate si svolgono competizioni di Kata, ovvero “forma” sia individuale che a squadre, nel quale gli atleti simulano un combattimento secondo uno schema codificato e di Kumitè ossia combattimento reale
tra due avversari; vi sono poi tipologie di gara più specialistiche:
l’Embu che è un combattimento simulato tra due compagni – avversari ed
il Fukugo che prevede una gara a fasi successive in cui si alternano Kata e Kumitè.
esami
Gli esami costituiscono un importante momento di verifica della preparazione raggiunta attraverso la pratica del karate. Non è importante il colore della cintura in sé, come dicono i maestri: il grado raggiunto è un punto di partenza più che un punto
di arrivo.
Il karate si pratica tutta la vita!
Gli esami non finiscono mai: nella sezione karate/cinture puoi trovare il programma